Embrione

T.ORIGINALE: Taiji ga mitsuryô suru toki
REGISTA:     Koji Wakamatsu
NAZIONE:     giappone
ANNO:        1966 
DURATA:      72 min
COLORE:      b/n


Embrione Poster

SANGUE      •  •  
TRASH       
VIOLENZA    •  •  •  
SESSO       •  •  •  
PAURA      
SORPRESA    •  
WEIRD       •  •  •  

TRAMA Una commessa viene adescata dal suo capo e condotta in un appartamento per avere un rapporto sessuale. Il problema è che l’uomo, animato da uno spirito pessimistico della vita, è un folle che farà prigioniera la ragazza e la sottoporrà a torture e violenze continue.

 ATTENZIONE SPOILER

La ragazza riesce a districarsi dalle grinfie dell’uomo e si vendica a sua volta.


RECENSIONE Il primo film di Wakamatsu di cui scrivo è probabilmente, insieme a Su su per la seconda volta vergine, il più malato della sua intera e lunghissima filmografia. Violento, sadico, masochista, sanguinoso, pieno di stupri, musiche stranianti ed opprimenti, straordinari inserti onirici creati per mezzo di immagini sovrapposte. Il film è un riflessione sul concetto stesso di vita; il protagonista maschile non riesce più a vivere normalmente dopo che la moglie ha avuto un figlio con l’inseminazione artificiale, a causa della sua ferma e irremovibile decisione di non avere eredi. Per lui la procreazione è l’atto più immondo e ignobile che possa esistere, facendo suo il pensiero biblico “nel ventre si è felici, sarebbe bello se tutto si fermasse lì e non si entrasse mai nel nostro mondo di ferite e lacrime”. La violenza fisica, psicologica e sessuale che l’uomo perpetra ai danni della ragazza è per Wakamatsu necessaria, in quanto la donna risulta essere il catalizzatore e la causa della nascita e venuta al mondo. Al tempo stesso le innumerevoli scene di torture e stupro sono metafore di un’energia interiore troppo a lungo oppressa e bisognosa di essere liberata. Un film difficile da classificare, inserirlo semplicemente nella categoria erotico sarebbe riduttivo in quanto le scene di nudo e sesso sono, caratteristica tipica del regista, quanto di più alienante e fastidioso, mai eccitanti. Grande fotografia, resa da un bianco e nero spigoloso, ruvido e grezzo.

VOTO: ****

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